QUANDO LA STANCHEZZA A BORDO DIVENTA UN PERICOLO...ATTENTION ASSIST

LE CONOSCIAMO COME “ATTENTION ASSIST”, SONO LE TECNOLOGIE CHE ANALIZZANO LO STILE DI GUIDA DEGLI AUTISTI E CI DICONO QUANDO LA STANCHEZZA DIVENTA UN PERICOLO. VEDIAMO COME FUNZIONANO.

Volvo con il Driver Alert Control, Mercedes con l’Attention Assist e Volkswagen (e quindi MAN) con il Fatigue Detection, sono in prima linea. Ognuna di queste tecnologie ha le proprie specificità, ma tutte considerano fondamentali la posizione e il movimento degli occhi, perché quel che l’occhio percepisce ha un effetto immediato sul volante. Così, questi dispositivi monitorano la posizione della testa del guidatore, il modo in cui si muove lo sguardo, la frequenza con cui si sbattono le ciglia e tutti i movimenti, anche minimi, trasmessi al volante. Ma non basta, perché ricerche più approfondite hanno portato allo sviluppo di un algoritmo complesso che analizza contemporaneamente 70 diversi parametri, considerati segnali di allarme collegabili alla fatica.

I software più moderni prevedono sensori e videocamere in grado di rilevare lo stile di guida e il posizionamento del guidatore

Tutti insieme, questi sistemi analizzano lo stile di guida per ogni autista, che viene usato come punto di riferimento, in modo da potere controllare individualmente, per ogni autista, i comportamenti inaspettati. Quando il computer di bordo rileva una differenza sostanziale dallo stile di guida normale, per esempio un’andatura a zig zag, oppure una riduzione significativa della distanza di sicurezza, il sistema paragona questi comportamenti con tutti gli altri indicatori considerati pericolosi.

Solo l’insieme delle informazioni fa scattare un eventuale allarme acustico e visivo, con l’invito a lasciare la guida e riposare. Perché vanno bene il lavoro e le consegne puntuali, ma tornare a casa la sera è sempre la cosa più importante, e ben venga la tecnologia, se ci rende la strada più sicura.

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